GINGA TETSUDOU 999

SAYONARA GALAXY EXPRESS 999 - ANDROMEDA SHUCHAKUEKI
(ADDIO GALAXY EXPRESS 999 - CAPOLINEA ANDROMEDA)
(Addio Galaxy Express 999 - Capolinea Andromeda)
TRAMA
FINALE
CAST & CREW

SAYONARA GALAXY EXPRESS 999 ANDROMEDA SHUCHAKUEKI è apparentemente un film inutile, ripetitivo, nato solamente per sfruttare l'onda lunga dell'enorme successo della serie televisiva, appena terminata. Invece, dopo una visione attenta dei primi due film e della serie televisiva, che costituiscono il primo blocco di avventure del 999 (che dopo 17 anni avrebbe ripreso a viaggiare nell'universo con GALAXY EXPRESS ETHERNAL FANTASY), si può capire come anche questo capitolo sia assolutamente indispensabile. Il primo film, infatti, aveva raccontato anticipatamente la conclusione della serie, e il suo finale era stato abbastanza lacunoso e non molto soddisfacente. Inoltre, nella serie erano poi stati realizzati episodi che avevano portato alla luce degli spunti molto interessanti, per nulla toccati nel primo film. Da ultimo, il primo film era stato realizzato con una qualità tecnica spesso inferiore alla serie televisiva, e quindi occorreva creare una produzione di alto livello anche qualitativo.

In ogni caso, non sembra affatto che il primo e il secondo film siano uguali. La Terra è diventata un inferno popolato da esseri meccanici costruiti in serie, e non più un mondo pervaso dal sottile razzismo tra esseri umani ed esseri meccanici. I nuovi soldati di Andromeda Promesium, sparsi nell'universo per distruggere il genere umano e ogni essere vivente in generale, sono quindi impersonali, e non sono quasi più uomini convertitisi alla meccanizzazione. Sono quindi nemici da uccidere senza pietà, e non uomini che si pentono delle proprie scelte passate. Il viaggio di Tetsurou non è perciò un viaggio dentro se stesso, tra i suoi dubbi, ma un viaggio per gli altri, per regalare un futuro migliore. Ovviamente il fattore di crescita interiore non può mancare, ma questa volta non è lui a decidere il proprio destino, a tal punto che l'intero viaggio è stato organizzato da Faust proprio per poterlo incontrare.

Un altro tassello fondamentale di questo film è la presenza di Lamethal. In questo modo, Leiji Matsumoto getta uno dei pilastri per arrivare all'unificazione del Leijiverse, collegando cioè alla bella e triste Maetel la figura, altrettanto bella e triste, di Yayoi Yukino, protagonista di SENNEN JOO e diventata poi Andromeda Promesium. Rimangono comunque degli anacronismi, che il successivo MAETEL LEGEND si preoccuperà di correggere, come ad esempio la ancora relativa estraneità tra Maetel ed Emeraldas.

Il personaggio di Faust è la novità più importante di questo film, e l'associazione con il personaggio di Darth Vader della saga di STAR WARS non può non saltare all'occhio, anche perché le due produzioni sono cronologicamente molto vicine. Faust recita un ruolo da assoluto protagonista, un ruolo che a Leiji Matsumoto è molto caro, ossia quello del genitore che si sacrifica per il bene del figlio, senza però fare alcuno sconto. Essendo inoltre Faust amico di Harlock, anche Tetsurou può di diritto appartenere a quella stirpe di uomini speciali che in DNASIGHT 999.9 viene per la prima volta accennata, ma che nell'evolversi della produzione matsumotiana è stata sempre più evidente. Ed è proprio Harlock a far capire come questa stirpe di eroi affronta la brevità della vita umana rispetto all'immortalità degli esseri meccanici: "I giovani costruiscono il futuro superando le ambizioni dei loro padri. Lo stesso sangue scorre di padre in figlio. Io credo sia questa la vera vita eterna".

Le musiche e i disegni di questo film sono di qualità assoluta, senza nessun momento di crisi. Maetel è tornata bellissima, dopo il calo di qualità del primo film, mentre per Tetsurou si è mantenuto il look del primo film. In particolare, la sigla finale "Sayonara" riesce a rendere, con poetica tristezza, la sensazione di una Giovinezza che se ne va per sempre, così come è accaduto a Tetsurou con Maetel e il 999. E questo sentimento di forza e insieme di tristezza viene reso molto bene anche dal commento finale, lapidario ma esplicativo: "E così un ragazzo è diventato uomo".

GS

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